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Le metamorfosi). Romanzo di Lucio Apuleio del II
sec. d.C. L'opera consta di undici libri e costituisce l'unico romanzo latino
pervenutoci interamente. Il suo valore storico è equiparabile a quello
letterario, poiché offre interessantissimi accenni ad antiche usanze di
cui, altrimenti, non avremmo notizia. Il racconto si snoda in modo limpido e
agile, mostrando la fervida immaginazione e l'acuta osservazione della
realtà dell'autore. Il protagonista è un giovane greco, di nome
Lucio, che durante un viaggio di affari in Tessaglia, viene ospitato da una
maga, la quale ha il potere di mutare gli oggetti e le persone a seconda dei
propri desideri. Per errore viene mutato in un asino; resta però integra
in lui la facoltà di pensare e sentire come un uomo. L'ancella Fotis,
sgomenta, rassicura Lucio che, se gli procurerà un fascio di rose e le
mangierà, riprenderà l'aspetto primitivo. Durante la notte
però la casa viene saccheggiata da una banda di ladroni che, oltre ad
altre due bestie e al bottino, sottraggono Lucio e lo nascondono in una caverna.
L'asino viene poi venduto e hanno così inizio le peregrinazioni di Lucio,
i suoi trasferimenti da padrone a padrone, sempre testimone e complice
involontario di ogni sorta di nefandezza. Lucio infine riesce a fuggire
finché, giunto in riva al mare, vinto dalle emozioni e dalla stanchezza,
si addormenta sulla spiaggia. Gli appare allora in sogno la dea Iside che
impietosita dalle sue disavventure, lo conforta e gli ordina di seguire, il
giorno successivo, una processione che avrà luogo in suo onore; il Gran
sacerdote porterà, come vuole il rito, un gran fascio di rose e Lucio,
dopo essersi avvicinato al sacerdote e aver mangiato alcuni petali, potrà
riacquistare finalmente la primitiva immagine umana. Così il miracolo si
compie. Il Gran sacerdote, preavvisato da Iside, spiega al giovane il mistero di
quella sua trasformazione e Lucio, ammirato e riconoscente, vuole ora essere
iniziato ai misteri del culto della dea e, dopo un periodo di preparazione, ne
ottiene il sacerdozio. L'opera, uscita con il titolo di
Metamorphoseis,
venne tradotta per la prima volta tra il 1515 e il 1525 da Agnolo Firenzuola,
che le mutò il titolo in
A. d'o.